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Valbisenzio: La Rocca di Cerbaia Traditional Geocache

Hidden : 9/15/2019
Difficulty:
2 out of 5
Terrain:
4 out of 5

Size: Size:   small (small)

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Geocache Description:


Risalendo la val di Bisenzio lingo la SS325 ,  in prossimità di Carmignanello  si notano i rideri di una fortificazione, posti in cima a una collina alta quasi 400 metri strapiombante dal lato del fiume. Il castello è la rocca di Cerbaia, famosa sia per essere stata citata da Dante Alighieri nella Divina Commedia quando racconta la vicenda di Alessandro e Napoleone degli Alberti, figli del conte Alberto - uno dei maggiori feudatari toscani dell'epoca - che si uccisero a vicenda per questioni di eredità intorno al 1280, che per una leggenda posteriore che vede sempre Dante come protagonista.
Racconta la leggenda che il poeta ventenne appena esiliato, in viaggio da Firenze per Bologna, giunge ai piedi del castello in una sera nevosa dell'inverno del 1285. E' quasi buio, fa freddo, la destinazione è lontana: per questo il poeta chiede ospitalità al castellano, uno dei due fratelli Alberti. Il conte offensivamente gliela nega e lo lascia fuori, nella notte e nella neve. Fortunatamente Dante trova riparo poco più a valle, nella semplice casa di un mugnaio dimostratosi più generoso del suo padrone e può così ripartire la mattina dopo, riscaldato e rifocillato, verso la sua meta. Dante , nella Divina Commedia  mette i due fratelli all' Inferno, confitti fino al collo nel ghiaccio della Caina. La storia dell'ospitalità negata è in realtà frutto di pura fantasia - quasi una giustificazione a posteriori - tesa forse a dare una ragione al trattamento che Dante aveva riservato agli Alberti nella sua Commedia. Pare che di questa storia esistano varie versioni, tutte risalenti a un originale quattro/cinquecentesco, divulgato in origine da un cronista di fine Ottocento, certo V. U. Fedeli. Dalle informazioni storiche esistenti sembra anche che i conti Alberti in questione non abbiano mai risieduto stabilmente nella rocca, che aveva una funzione prevalentemente militare e di controllo. In realtà il duro giudizio di Dante su Napoleone ed Alessandro degli Alberti oltre che dall'evidenza di un reciproco fratricidio nasce dalla volontà di condannare l'avidità di denaro e il mercantilismo, come germe originario della corruzione che affliggeva l'oligarchia dell'epoca causandone il decadimento.  La Rocca è stata costruita dificata con tutta probabilità nel corso dell'XI secolo ed ha una struttura pentagonale L'edificio ha avuto diverse fasi successive di sviluppo, protrattesi per tutto il tempo del dominio albertesco, con varie ristrutturazioni e modifiche. Probabilmente il secolo più importante nella vita di questa fortificazione fu il XIII. In questo periodo la costruzione arrivò a completamento e vi si svolsero anche alcuni eventi di una certa importanza storica, come l'incontro tra Adelaide degli Alberti e il suo futuro sposo - e signore della Marca Trevigiana - Ezzelino III da Romano. Una delle loro figlie, Cunizza, dalla vita sentimentale assai movimentata, citata da Dante nel Paradiso, vi fece testamento nel 1278 ed è probabile che sia stata sepolta nel cimitero del castello, che disponeva anche di una chiesa intitolata a San Martino. Anche dopo la vendita fatta al comune di Firenze nel 1361 da parte di Niccolò Aghinolfo degli Alberti, ultimo conte di Cerbaia, la fortificazione rimase operativa. Fu parzialmente abbandonata verso la metà del Quattrocento per rivivere un breve momento di gloria nel periodo del Sacco di Prato (1512), durante il quale un pratese che aveva diversi possedimenti nella zona, Novelluccio Novellucci, fu incaricato dalla Repubblica Fiorentina di mantenere il fornimento del castello. Il Novellucci apportò nella circostanza diverse modifiche alle costruzioni, tutte però a carattere residenziale, probabilmente per consentire un idoneo acquartieramento agli armati che avrebbero dovuto sorvegliare la valle del Bisenzio in attesa delle truppe spagnole di Raimondo di Cardona, che però scelsero la parallela  - e più bassa - val di Marina per raggiungere la piana pratese e fiorentina. Dettaglio curioso, le modifiche murarie realizzate furono effettuate con l'uso di laterizio prodotto in loco con apposite fornaci, le prime in questa parte della val di Bisenzio.

Dopo quest'ultimo episodio il castello perse definitivamente importanza, entrando a far parte di quella vasta schiera di fortezze dismesse che punteggiano la nostra regione, romantiche rovine che però spesso nascondono un passato tormentato.Come per altre rocche toscane, un segno di rinascita dal declino inesorabile che ha caratterizzato l'edificio negli ultimi secoli si è avuto nel 1999, anno in cui la famiglia tedesca Edelmann - ultima proprietaria del castello, che aveva acquistato nell'Ottocento dai Biagioli - ha deciso di cedere il rudere al comune di Cantagallo per 30.000 Euro. Il comune ha avviato una campagna di scavo e di restauro, fin qui condotta solo parzialmente, che ha però portato al recupero e alla stabilizzazione di una parte dei ruderi. 

La Rocca si trova lungo il sentiero CAI 48, che inizia poco sopra il Ponte di Cerbaia. Tra andata e ritorno sono circa due chilometri per 200 metri di dislivello. Il sentiero è stato in parte ripulito, ma almeno al momento della pubblicazione della cache ci sono alcuni tratti resi difficili da alberi caduti, che restringono il passaggio. Anche questa cache è un pò delicata, quindi maneggiatela con cura...

Additional Hints (Decrypt)

Ary zheb, thneqn irefb yn inyyr.

Decryption Key

A|B|C|D|E|F|G|H|I|J|K|L|M
-------------------------
N|O|P|Q|R|S|T|U|V|W|X|Y|Z

(letter above equals below, and vice versa)