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Museo dei Botroidi Multi-cache

Hidden : 5/16/2017
Difficulty:
1.5 out of 5
Terrain:
1 out of 5

Size: Size:   large (large)

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Geocache Description:

Una geocache all'interno di un piccolo museo, un gioiello in cui è vietato non toccare. [D1,5 T1 Large]
A geocache inside a small museum, it is forbidden do not touch by hand. [D1.5 T1 Large]


geotrail val di zena



Questa cache fa parte dell'itinerario " GeoTrail della Val di Zena" ideato per valorizzare luoghi di interesse storico, artistico e naturalistico di questa affascinante valle incontaminata alle porte di Bologna.
Consigliamo di raggiungere la geocache tramite uno splendido itinerario a piedi o in mountain bike che collega la maggior parte delle cache del GeoTrail. Zena - M.te Formiche - Zena attraverso i sentieri: 815, Chiarara, 811, 809, 815.

La geocache si trova all'interno di un piccolo museo ricavato da una stalla, un gioiello in cui è vietato non toccare. Accesso gratuito, verificare gli orari, si parcheggia nei pressi di GZ.
Il museo è gestito volontariamente dall'Associazione Parco Museale della Val di Zena, si consiglia di telefonare sempre al 333.6124867 per avere la conferma dell'apertura o per prendere accordi con i gestori.
maggio-ottobre: aperto tutti i giorni
novembre-aprile: aperto sabato e domenica

Museo dei Botroidi di Luigi Fantini

"I piccoli musei sono nel cuore del territorio"

Da bambino negli anni '70 usavo i coperchi dei fustini di detersivo per giocare a freesby, erano coperchi leggeri che 'volavano' via facilmente ed era difficile imprimere loro una direzione precisa. Spesso finivano nel cortile accanto con il rischio di non poterli usare più e, siccome il fustino era grande, non lo si poteva rimpiazzare subito ed occorreva attendere che il detersivo fosse finito e che i genitori lo ricomperassero.

Ma a quel tempo c'era una persona che usava quegli stessi fustini per fare altro. Si chiamava Luigi Fantini, uno scienziato che ha reso immortale l'Appennino bolognese scattando immagini memorabili di paesaggi ed architetture che oggi non esistono più. Fantini però non scattava solo fotografie, lo studiava l'Appennino, lo studiava a fondo e nel profondo, esplorando le sue grotte, intrufolandosi fra i gessi, inerpicandosi per calanchi e letti di fiume a cercare pietre, reperti, sassi, campioni. Come le septarie, rocce misteriosamente racchiuse da una rete di cristallo, o come i botroidi, rocce dalle vaghe forme globulari e antropomorfe.

Questi reperti venivano raccolti da Fantini e depositati nei favolosi fustini di detersivo. Il tempo passava ed i sassi si accumulavano al loro interno spesso avvolti e protetti uno ad uno da un foglio di giornale come fosse un plaid. Ed i botroidi, con la loro forma quasi umana, aumentavano diventando una vera e propria popolazione.

Alla fine degli stessi anni '70 Luigi Fantini è scomparso lasciando ai posteri le sue meravigliose lastre fotografiche, le grotte scoperte esplorando i gessi, migliaia di fossili e minerali rari, ma per molto tempo dei botroidi non si è saputo quasi più nulla fino a che, pochi anni fa, un gruppo di speleologi ha ritrovato nei pericolanti sotterranei del Castello di Zena (GC757QJ) i fusti originali di Fantini pieni zeppi di meraviglie.

Così, grazie alla passione di alcuni ricercatori che hanno fondato la "Associazione Parco Museale della Val di Zena", i botroidi sono tornati in vita trovando dimora in questo piccolissimo museo delle colline bolognesi, un posto incantevole al di fuori del tempo. I botroidi sono come tanti piccoli golem che non hanno tempo. I botroidi vivono così una vita lunghissima, si muovono nella loro nuova casa, ma così lentamente che non li possiamo percepire. Ma se avessimo pazienza, se avessimo molta pazienza, avvicinando l'orecchio, sentiremo che ci raccontano la loro storia, una storia lunga 5 milioni di anni. Un'infinito se paragonata al veloce fischio del frisby.

Il museo non raccoglie solo i meravigliosi reperti di Luigi Fantini, raccoglie anche campioni di rocce, terre, sabbie che caratterizzano la collina bolognese. Tra questi anche le filliti: foglie fossili che ci raccontano le foreste locali di milioni di anni fa, rari pezzi scoperti e raccolti ad inizio '900 da un'altra figura straordinaria, la naturalista bolognese Giuseppina Gubellini, una donna scienziato in anticipo sui tempi capace di portare alla luce quella che oggi è la collezione di foglie fossili più grande al mondo.

Ogni campione del museo può essere toccato, soppesato, annusato, si può così sentire la sua ruvidità, il suo calore, il suo peso, a volte anche l'odore caratteristico perché è questa la geologia: è il contatto con la terra e con l'ambiente, un contatto che lascia tracce sulle mani, un contatto che non può essere restituito da teche chiuse.

La cache è un contenitore large molto caratteristico capace di contenere anche oggetti moderatamente voluminosi così, se lo volete, potrete portare qualche campione interessante di roccia o di pietre che avete a casa o che magari trovate lungo il percorso e se la vostra roccia sarà interessante potrebbe rientrare nel patrimonio tattile del museo. Buon divertimento!

geotrail val di zena



This cache is part of the "GeoTrail della Val di Zena" planned to value the historical, artistic and  naturalistic places of this charming unspoilt valley just out the doors of Bologna.
We suggest you to reach the geocache through a wonderful walking or mountain bike itinerary that connects most of the GeoTrail caches. Zena - M. Formiche - Zena. Paths name: 815, Chiarara, 811, 809, 815.

A geocache inside a small museum. Free access, check opening hours.
The museum is managed by the Associazione Parco Museale Val d'Zena. Please call 333.6124867 to check the opening.
May-October: open every day.
November-April: open Saturday and Sunday

Museo dei Botroidi di Luigi Fantini

The botroids museum is a fascinating museum in the heart of the Val di Zena, founded by a group of geologists and archaeologists that collects interesting findings to witness the geological origin of the valley.

Among these are botroids, rocks from vague globular and anthropomorphic shapes enclosing fossil shells. They were collected by Luigi Fantini, a scientist who made the Appennino Bolognese immortal by taking memorable images of landscapes and architectures that no longer exist today. Fantini kept them in the underground of Zena Castle inside detergent dummies and wrapped up in newspapers of that period. Over there, they were found by the group of scholars who gave them residence at Tazzola.


Additional Hints (Decrypt)

Cvh' ovnapb aba fv chb' - Juvgre lbh pna abg

Decryption Key

A|B|C|D|E|F|G|H|I|J|K|L|M
-------------------------
N|O|P|Q|R|S|T|U|V|W|X|Y|Z

(letter above equals below, and vice versa)