La cache è
parte di una serie di 3 cache nascoste sul sentiero (15-17) che porta alla chiesa di Santa
Maria sopra Olcio
La
storia: gia nel 1145 un papa, Enrico III le aveva
concesso privilegi straordinari, ricordandola come consacrata al
nome di Maria, riconoscendole un ruolo significativo, fondamentale
persino, quale luogo di culto e di ristoro per coloro che dalla
Valsassina si spingevano al lago, e viceversa. Una piccola chiesa,
alcuni raccolti edifici, un chiostro: un ospizio religioso di
montagna, insomma, nato probabilmente nell’alto medioevo,
attivo certamente già prima del Mille. Gestito, all’inizio,
dai monaci di san Benedetto, che anche qui potevano dare piena
applicazione alla loro regola, Ora et labora. Il viandante vi
trovava riparo per la notte, il pellegrino vi riceveva il conforto
di una pia parola. Per tutti un panorama incantevole, che si
sarebbe portato nel cuore fino a casa: da una parte le cime
innevate, dall’altra la distesa del lago. Ai benedettini
seguirono forse i templari, i celebri monaci guerrieri. Nel
Cinquecento, e negli anni a venire, non cessò la devozione
popolare, ma venne meno la presenza stabile nel santuario alpestre.
L’apertura di nuove vie di comunicazione, più rapide, meno
impervie, lasciarono più isolato che mai il vetusto ospizio, meta
sì dei devoti pellegrinaggi della gente lariana, ma dalla cadenza
periodica, stagionale, legata per lo più alle grandi celebrazioni
mariane. Nel 1750 Alessandro Carnizzari tornò ad abitare il
santuario, facendosi eremita, da ricco che era. Per fede profonda,
per amore – ne siamo certi - delle sue montagne. Da qui il
suo sguardo si posava sul Sasso Cavallo, accarezzava il pizzo
Carbonai, s’arrampicava lungo i torrioni Magnaghi, la cresta
Parascioli, la punta Malavello, e poi ancor più su, aggrappandosi
alla cima aguzza della Grigna settentrionale... Una
meraviglia che incanta i cuori e libera la mente. Allora come oggi
ancora, per nostra fortuna.
Come raggiungere la cache: Da Mandello del Lario si
sale per carrozzabile a Somana e si prosegue per la frazione di
Sonvico fino a raggiungere il parcheggio, si prosegue quindi a
piedi passando tra antiche case rurali, seguendo le indicazioni per
il sentiero 15-17 (vedi foto). Appena superate le case si prende un
sentiero di pietra, modellato da migliaia di piedi, accompagnato in
principio da viti e ulivi, ombrato poi da fitti alberi che
s’aprono a tratti, mostrando i monti e il sole. E ogni cento
passi una croce, moderna, semplicissima via Crucis a indicare il
cammino, che porta prima allla cappella di Santa Preda e poi alla
chiesetta di Santa Maria (664 metri). Il complesso formato dalla
chiesetta e dall'ospizio medioevale, miracolosamente risparmiato da
un furioso incendio che ha devastato la zona nel 1997,
completamente restaurato in questi anni, è aperto solo in
particolari occasioni (durante la bella stagione di solito aperto
nei festivi e alcune volte il sabato). Per ulteriori informazioni
si può contattare il parroco di Olcio (0341.731605).
Dal parcheggio si raggiunge la cache in 45/60 minuti.
La
cache, pur essendo nascosta nella parte
posteriore del complesso richiede una certa discrezione nella
ricerca, poichè in certe occasioni festive, il luogo (di solito
solitario) potrebbe essere molto frequentato. Il contenitore, un
tupperware a chiusura ermetica, contiene diversi piccoli
oggetti.
Quando è stata nascosta la cache la ricezione satelliti era
pessima: aiutatevi con la foto spoiler.
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The cache is
part of a series of
3 cache hidden on the path (15-17) to the church of
Santa Maria sopra Olcio.
The story: already a pope
in 1145, Henry III had granted the privileges overtime, dedicated
to remembering how the name of Mary, recognizing a significant
role, even essential, as place of worship and refreshment for those
who are from Valsassina drove to the lake, and vice versa.
A small church, gathered some buildings, a monastery, a hospice
religious mountain, in short, was probably born in mediaeval times,
certainly active before the Mille. Managed initially by monks St.
Benedict, who here could fully implement the their rule, Ora et
labora. The traveler will find shelter for the night, the pilgrim
will receive the comfort of a pious word. To all the enchanting,
that would be brought up to the heart home: on the one hand, the
snow-capped peaks, the other the expanse of the lake. Perhaps the
Benedictines followed the Templars, the famous Monks warriors
How to reach the
cache : From Mandello del Lario go up along the road
to Somana and continue to the village of Sonvico up to the parking
lot, then continue on foot passing through old farmhouses,
following the signs to the trail 15 to
17 (see photo). Just past the houses take a path of
stone, shaped by thousands of feet, accompanied at first by vines
and olive trees, and shaded by thick trees that open at times,
showing the mountains and the sun. And every hundred meters you can
see a modern cross.
The complex formed by the medieval church and hospice, miraculously
saved from a raging fire that devastated the area in 1997,
completely renovated in recent years, is open only on special
occasions (during the summer season usually open on holidays and
sometimes Saturday). For more information, please contact the
parish priest of Olcio (0341.731605).
From the parking about 45/60 min.
The cache, although
it is hidden in the back of the complex requires a certain
discretion in the search, as in certain festive occasions, the
place (usually solitary) can be very busy. The container is an
tupperware, contains several small items.
When the cache was hidden satellite reception was poor, help you
with the spoiler photos.
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