per trovare questa cache è possibile arrivare direttamente in macchina alle coordinate ma vi consiglio vivamente di seguire i waypoint che vi faranno scoprire la vera essenza di Ibla e dei suoi vicoli e stradine.
CONSIGLIATA DI NOTTE, la vista toglie il fiato!
Duecento anni e non li dimostra. La cupola del Duomo di San Giorgio in Ibla è stata costruita nel 1820. Tutta fatta in casa.
Progettista e direttore dei lavori il maestro ragusano Carmelo Cultraro, manovalanza ragusana (una squadra affiatata di “lapicidi”, falegnami, carpentieri, fabbri, forse addirittura in società col maestro), pietra locale (calcare tenero e calcare bituminoso), committente la Parrocchia di San Giorgio, presente in Ragusa dall’epoca normanna.
Quella cupola completò il grande e bellissimo duomo a quasi un secolo dall’inizio dei lavori della chiesa, sul sito che, prima del terrificante terremoto del 9 e 11 gennaio 1693, aveva ospitato la gotica chiesa dedicata a San Nicola.
Carmelo Cultraro realizzò, dopo un paio d’anni di lavoro, una cupola che oggi a noi (s’intende a noi che vediamo il Duomo e l’annessa cupola tutte le volte che vogliamo) appare quasi normale, per non dire ovvia. Ma quell’edificio tutto è tranne che ovvio. Anzi. Cultraro utilizzò tutta la sua arte e perizia per costruire una cupola slanciata, luminosissima (circa 250 metri quadrati di vetri che inondano di luce il sottostante altare principale del tempio dedicato al Santo cavaliere) e molto elegante, di uno stile gradevole e mai eccessivo. La cupola, che si ammira dalla sottostante Piazza Duomo (da decenni ormai puntuale sfondo per le vicende di tanti film e soprattutto del Commissario Montalbano) è ancora più imponente e ammirevole quando la si guarda dalla Piazza Dottor Solarino, ovvero la parte apicale della collina di Ibla, laddove è il grande e bruttissimo casermone che fu Distretto Militare, poi edificio scolastico e infine sede del Consorzio Universitario. Da quella prospettiva la cupola di Maestro Cultraro è vicina e se ne possono osservare i dettagli, i particolari.
Dicevamo che l’opera ha duecento anni e non li dimostra. Vero, ma per onestà va detto che è merito anche di due interventi di lifting. Il primo nel 1928 e il secondo nel 2007.
Quello del 1928 fun un necessario intervento di impermeabilizzazione e soprattutto di sostituzione delle grandi vetrate. Il responsabile del progetto fu anch’egli un figlio di Ibla: l’ingegnere e architetto Carmelo Arezzo, che nel 1931 scrisse un libretto col quale spiegava l’intervento dal punto di vista tecnico “Le condizioni statiche della cupola sono ottime – riferiva Carmelo Arezzo di Trifiletti – come buono è lo stato delle strutture murarie. Ma il tempo ha deteriorato comunque la struttura realizzata dal maestro Cultraro, e sono quindi presenti infiltrazioni di acqua piovana”. Dal punto di vista economico, altrettanto se non più importante, l’Arezzo attribuisce tutti i meriti a Ignazio Nifosì, ovvero l’allora canonico del Duomo di San Giorgio che, scrive Arezzo: “con una attività frenetica e il buon esempio riuscì a toccare il cuore di quanti vennero a contatto con lui, e quindi a raccogliere i fondi necessari per i lavori di restauro della cupola”.
