La chiesa è strettamente legata al monasterium Tempuli, ricordato per la prima volta nell'806 quando venne saccheggiato dai Saraceni. La chiesa è più antica e probabilmente risale al VI secolo ed è conosciuta col nome di chiesa di Sant'Agata, costruita da profughi di origine greca. Sull'origine del nome di questa chiesa vi sono diverse teorie: secondo Christian Hülsen il nome deriverebbe da Tempulus, greco esiliato da Costantinopoli insieme con i fratelli Servulus e Cervulus, che avrebbe fondato il monastero e che in seguito ad una visione avrebbe trasportata nella chiesetta di Sant'Agata una immagine della Madonna ritenuta di san Luca evangelista; più attendibile l'ipotesi secondo cui la chiesa e il monastero sorsero sul luogo di un templum di epoca romana. Di certo è che fino al XII secolo il monastero, abitato da monache benedettine, è citato dalle fonti col nome di monasterium Sanctae Mariae qui vocatur Tempuli, e solo nel 1155 si menziona per la prima volta una ecclesia Sanctae Mariae in Tempuli: appartengono a questo periodo i resti del campanile medievale, oggi inglobati nella muratura esterna dell'edificio. Il XIII secolo rappresenta la fine dell'uso religioso del monastero e della chiesa. Infatti, con disposizione del papa Onorio III del 1216, Domenico di Guzman fu incaricato di fondare il primo ordine femminile di clausura; questo progetto andò in porto nel 1222 quando le monache di Santa Maria in Tempulo (chiamate le Tempoline) furono costrette a trasferirsi nel vicino monastero di San Sisto Vecchio, e portarono con sé l'antica e venerata icona della Madonna (che oggi è conservata nella chiesa di Santa Maria del Rosario a Monte Mario). La storia successiva della chiesa e del monastero in Tempulo fu alquanto singolare: da monastero divenne abitazione civile, il complesso venne saccheggiato nel XIV secolo, nel XVII secolo fu trasformato in un ninfeo della Villa Mattei (oggi Villa Celimontana); la chiesa (o per meglio dire, il casale di campagna) divenne poi un fienile e lo rimase fino all'inizio del Novecento, quando fu recuperata e data in uso gratuito per uso artistico; ospitò infatti lo studio degli scultori Michele La Spina, Francesco Sansone e Ugo Quaglieri fino agli anni ottanta; fu fatta poi restaurare dal sindaco Francesco Rutelli ed oggi, di proprietà del Comune di Roma, è luogo di celebrazione di matrimoni civili.
ITALIANO:
Per raggiungere la Letterbox recati alle coordinate indicate. Qui troverai un piccolo altare in una nicchia nel muro. Sopra questa nicchia troverai una targa con scritto un numero a tre cifre indicante gli anni di indulgenza di cui può lucrare chi preghi qui davanti. Prendi la prima cifra: questo è N. Sotto questo altare ci sono quattro buchi nel muro. Il buco numero N contiene la cachebox.
ENGLISH:
To reach the Letterbox go to the given coordinates. Here you'll found a small altar into the wall. On the wall, up from this altar, there is a plate with a number of 3-digit number. Take the first number: this is N. Now under this altar there are four holes in the wall. The hole number N will contain the cachebox.
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